Franco Rognoni è stato pittore, disegnatore e incisore e si è distinto per una ricerca pittorica autonoma ed eclettica, lirica, a tratti grottesca e surreale, nella quale scioglie ogni dicotomia tra interno ed esterno, reale e irreale, reale e astratto, comico e tragico.

Chi sono i suoi indimenticabili personaggi? Ora individui ben definiti (“Nonno sulla spiaggia”, (1997); “Madame B.”, (1987)), silhouette solitarie e allungate, elegantissime, hanno talvolta sguardi torvi, freddi e distaccati, per una fisionomia che rispecchia il carattere; sono ritratti introspettivi, vere e proprie analisi psicologiche condotte in punta di pennello, con un’ironia bonaria, più o meno marcata, che richiama le caricature di Honoré Daumier.

Ora tipi umani, che rappresentano un’intera categoria, come “Il Contabile” e “Il Pendolare” degli anni ’70. L’uno distinto, preciso e ben vestito, avvolto nella grigia e preziosa routine del lavoro d’ufficio; la bocca, una secca linea di malcontento; l’altro infreddolito, con una sciarpa a proteggerlo, stanco e provato dalla fatica e dalla monotonia del viaggio quotidiano, porta piccoli occhiali: gli occhi sono due sottili fessure azzurre tra i colori scuri.
E ancora raffigurazioni corali dell’andare brulicante delle città, con il moltiplicarsi dei punti di vista e delle prospettive e la descrizione della solitudine contemporanea (“Città”, 1970).

Emblematica della produzione di Franco Rognoni è la serie degli Interni/Esterni. Con poche linee, l’artista ritaglia in più campiture il quadro, rappresentando l’ambiente privato di un’abitazione e la strada con il mondo in movimento.

La linea sinuosa del maestro ricorda quella di Osvaldo Licini, uno dei pochi artisti italiani a colpire la sua immaginazione, insieme a Mario Sironi negli anni giovanili. Ma sono soprattutto gli stranieri a cui guarda, con uno spirito e un respiro europeo. Le forme e certi personaggi di Pablo Picasso, le pennellate alla Henri Matisse, la poesia e gli amanti che si alzano in cielo di Marc Chagall, il sarcasmo feroce di George Grosz, Otto Dix e Max Beckmann…

Rognoni reinventa tutte queste suggestioni per creare un suo stile personalissimo. Restando lontano dalla grande polemica italiana tra figurazione e astrazione, spazia volando leggero tra Lirismo, Espressionismo, Surrealismo, Astrazione, Informale… mutando il registro a seconda del lavoro da realizzare.

Fonte: https://artslife.com/2019/11/29/i-personaggi-di-franco-rognoni/